Motivazione e ricompensa regolate da diversi input GABA

 

 

GIOVANNI ROSSI

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVII – 20 giugno 2020.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

L’area tegmentale ventrale (VTA) è studiata tradizionalmente come struttura chiave di una rete che sviluppa uno stato interno positivo corrispondente all’esperienza del piacere e della gratificazione, quale quella che si prova quando si riceve una ricompensa (sistema a ricompensa), e come aggregato neuronico che interviene nella genesi della motivazione.

Quasi un secolo fa, quando il concetto ottocentesco di milieu intérieur di Claude Bernard fu sostituito da Walter Cannon con quello di omeostasi, cioè un equilibrio attivo ottenuto grazie al controllo nervoso delle funzioni vitali, si era già compreso che un ruolo centrale in tutti i mammiferi è svolto dagli stati motivazionali principali, ossia fame e sete. Infatti, se è possibile l’integrazione di tutte le attività dei sistemi di segnalazione che consentono un efficace equilibrio energetico, è grazie all’attivazione dello stato motivazionale che induce l’animale ad assumere cibo quando la riserva energetica è deficitaria, e, allo stesso modo, se l’organismo riesce a prevenire la disidratazione o a eliminarla è grazie alla motivazione ad assumere fluidi. I sistemi di neuroni che generano la motivazione, come da tempo è stato dimostrato per l’equilibrio idro-elettrolitico, anticipano la comparsa e la scomparsa dei segnali di errore.

Gli stati motivazionali influenzano il comportamento diretto a uno scopo e servono sia bisogni regolatori che bisogni non-regolatori: i primi, più importanti, sono essenzialmente rappresentati da bere, alimentarsi e termoregolarsi, i secondi sono essenzialmente costituiti dai comportamenti legati alla sfera riproduttiva, come l’eccitazione sessuale. I bisogni non regolatori sembrano originare da segnali di errore prodotti dal SNC: una lunga astinenza sessuale genera un segnale di errore che promuove la ricerca del partner, così come il confinamento di un mammifero in uno spazio circoscritto per un tempo protratto genera il comportamento esplorativo.

L’abuso di sostanze psicotrope e la dipendenza sono costituite da comportamenti diretti a uno scopo e sostanzialmente reclutano l’attività neuronica del sistema a ricompensa cerebrale.

Le proiezioni dopaminergiche dall’area tegmentale ventrale (VTA) al nucleo accumbens influenzano potentemente il comportamento finalizzato, e tutte le sostanze psicotrope che generano dipendenza accrescono la trasmissione in questa connessione, spesso superando i segnali fisiologici delle vie collegate, al punto da simulare e sostituire gli stimoli naturali e gli stati motivazionali omeostatici. Gli effetti delle sostanze d’abuso sono stati studiati come apprendimento alterato dei neuroni dopaminergici della VTA.

Per comprendere meglio il funzionamento normale e patologico di questa fondamentale struttura che costituisce il nodo fisiologico essenziale tra bisogni e comportamento dell’individuo, si ritiene sia necessaria una maggiore conoscenza del suo controllo in entrata. A questo scopo, Larry Zweifel e colleghi hanno analizzato l’organizzazione morfologica delle fibre afferenti all’area, studiandone il valore funzionale in base al neurotrasmettitore rilasciato.

(Soden M. E., et al. Anatomic resolution of neurotransmitter-specific projections to the VTA reveals diversity of GABAergic inputs. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-020-0657-z, 2020).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Psychiatry and Behavioral Sciences, University of Washington, Seattle, WA (USA); Department of Pharmacology, University of Washington, Seattle, WA (USA); Department of Neurology, Northwestern University, Chicago, IL (USA).

Da tempo è stato dimostrato che l’addiction, che noi traduciamo dipendenza, modifica il funzionamento a lungo termine del sistema nervoso centrale, costituendo un potenziale cofattore nello sviluppo di altri disturbi di interesse neurologico e psichiatrico.

Gli effetti della cocaina costituiscono ormai un paradigma per lo studio della VTA nella dipendenza e le alterazioni indotte dall’eroina (diacetil-morfina) sono state analizzate dai primi studi condotti in questo campo, meno note ma notevolmente importanti sono le azioni prodotte da nicotina e alcool etilico. Le alterazioni molecolari della VTA nei fumatori sono numerose e complesse, qui basti ricordare che la nicotina all’interno dell’area esercita i suoi effetti mediante i recettori nACh siti sulla membrana dei neuroni dopaminergici, degli interneuroni inibitori che esercitano il controllo mediante il rilascio di GABA, e delle cellule nervose eccitatorie che segnalano mediante glutammato. Le alterazioni della VTA nell’etilismo sono meno estese, ma è noto che basta un’assunzione acuta per accrescere il tasso di scarica dei neuroni dopaminergici dell’area, che nell’etilismo cronico l’alterazione degli interneuroni GABAergici determina la disinibizione dei neuroni dopaminergici e che l’etanolo eccita direttamente le cellule rilascianti dopamina agendo sui canali ionici regolati da voltaggio.

L’organizzazione anatomica dell’informazione in ingresso alla VTA, specifica per neurotrasmettitore, finora non era stata mai stata risolta con precisione di dettaglio. Marta E. Soden e colleghi coordinati da Larry Zweifel hanno posto in essere uno studio in cui sono riusciti a mappare le proiezioni dei principali neurotrasmettitori ai neuroni della VTA, mediante il tracciamento anterogrado e retrogrado specifico per tipo cellulare. I ricercatori hanno in tal modo accertato che gli impulsi eccitatori glutammatergici originano da una varietà di fonti e presentano alcune tendenze (o prevalenze) di connettività per specifici tipi cellulari presenti nella VTA. Le fonti delle proiezioni inibitorie GABAergiche erano più diffuse, presentavano un grado più elevato di innervazione differenziata delle sub-regioni della VTA ed erano in gran parte tendenti verso contatti sinaptici con neuroni GABA locali. Gli esperimenti di inattivazione del rilascio del neurotrasmettitore inibitorio dalle due principali fonti di assoni formanti sinapsi, derivate localmente contro quelle derivate distalmente, hanno rivelato ruoli distinti per queste proiezioni, in rapporto alla funzione di regolazione.

La manipolazione optogenetica dei singoli input GABAergici distali ugualmente ha rivelato effetti comportamentali differenti.

L’insieme dei risultati dimostra che le proiezioni GABAergiche alla VTA contribuiscono in modo sostanziale alla diversificazione funzionale e alla regolazione di questa struttura, fornendo un contributo decisivo alla fisiologia della motivazione e all’attività del sistema a ricompensa cerebrale.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza, e invita alla lettura delle recensioni di studi di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Giovanni Rossi

BM&L-20 giugno 2020

www.brainmindlife.org

 

 

 

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